Da settembre, secondo la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, tutti gli studenti potrebbero tornare in classe. Per farlo, nel caso dovesse diventare necessario, si utilizzeranno anche teatri comunali, cinema e parchi. Lo si apprende da un’intervista al quotidiano La Repubblica.
Per farlo, il governo sta studiando delle linee guida e un pacchetto di strumenti, ma saranno i singoli istituti, poi, a decidere come far ripartire l’anno. Diverse novità dovrebbero arrivare nella giornata di giovedì, quando ci sarà l’incontro tra enti governativi, famiglie, scuole, sindacati e studenti.
Nel corso dell’intervista, la ministra si sofferma sul contributo degli enti locali. Questi potrebbero, infatti, potrebbero mettere a disposizione “sale comunali, orti botanici, parchi, teatri, cinema. Faremo degli accordi con loro e col terzo settore per fare in modo che la scuola riparta aprendosi al territorio. Quando non sarà possibile il distanziamento, porteremo gli studenti fuori. In altri Paesi europei già si fa”, come dichiara la stessa ministra.
La ministra ha negato la possibilità dell’utilizzo dei termoscanner. “Il comitato tecnico-scientifico ha già detto che non c’è bisogno – spiega -. Dobbiamo responsabilizzare le famiglie. E dire che a scuola non si va neanche con 37 e mezzo di febbre”.
Diversa è la situazione per quanto riguarda le mascherine. “Gli esperti ne hanno consigliato l’obbligo – aggiunge al riguardo -. Vanno bene anche le visierine trasparenti, per vedere le espressioni dei bambini, penso ai più piccoli, l’importante è che abbiano un dispositivo di protezione”. Naturalmente, tutto dipenderà dal dato epidemiologico di settembre.