Durante l’acquisizione di dati acustici con un side scan sonar, per avere immagini dei fondali marini, il gruppo di geologia marina dell’Università degli Studi di Palermo ha rilevato un corpo sommerso: c’è un relitto in fondo al mare.
Questa la scoperta a circa 7,5 miglia nautiche da Sciacca, fatta il 17 marzo scorso: il monitor ha infatti mostrato una forma assimilabile al relitto di un aereo, lungo circa 20 metri e con un’apertura alare pari a circa 30 metri.
Il gruppo di lavoro dell’Università di Palermo è impegnato in una campagna oceanografica di acquisizione di dati geofisici nello specchio di mare davanti Sciacca già da qualche mese. Le attività sono finanziate dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e sono atte alla realizzazione del foglio geologico n. 628 “Sciacca” della carta geologica alla scala 1:50.000, nell’ambito del progetto Carg.
Chi si occupa di questo sono ricercatori, borsisti e studenti del Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare (DiSTeM) dell’Università, con l’aiuto di “Biosurvey”, una squadra di specialisti nel campo della biologia ed ecologia marina che effettuano monitoraggio e valutazione ambientale, anche grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate e rilievi acustici ad alta risoluzione.
Nonostante l’immagine mostri un aereo molto ben conservato, al momento non si è in grado di individuare né il modello, né la nazionalità e non si sa neanche se sia integro o se conservi al suo interno resti umani o residui bellici. L’area, dunque, è messa in sicurezza per poter preservare il relitto e gli eventuali rinvenimenti.