I piromani “danno fuoco ai gatti che correndo incendiano tutti i cespugli che toccano” le rivelazioni shock del Presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci.
Li cospargono di benzina e vengono dati alle fiamme. Corrono, incendiando i cespugli e tutto quello che incontrano sulla loro strada, come fossero piccole torce pronte a seminare distruzione e caos. Sono stati usati come piromani i gatti in Sicilia, protagonisti loro malgrado degli incendi che la settimana scorsa hanno messo in ginocchio l’isola. Roghi boschivi alimentati dal forte vento di scirocco e dalle alte temperature hanno devastato la regione e l’area del Parco dei Nebrodi, ‘mandando in fumo’, come ha detto il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, 5.626 ettari di superficie.
Ebbene, come riporta ‘The Independent‘, dietro agli incendi dolosi ci sarebbe lo zampino di criminali che usano i gatti incendiati. A rivelarlo è il presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci : “Non è possibile che l’intera Sicilia sia andata in fiamme nello stesso momento, semplicemente per caso – sostiene Antoci – Una delle tecniche di incendio doloso della mafia è quella di legare uno straccio imbevuto di benzina alla coda di un gatto e dargli fuoco”.
“All’autocombustione non ci credono neanche i bambini delle elementari – ha poi aggiunto il presidente del Parco all’Adnkronos – Qui c’è gente arrabbiata per l’opera di legalità e sviluppo che abbiamo fatto partire dai Nebrodi e che come uno tsunami ha raggiunto tutta la Sicilia. E’ un’opera di ritorsione”. Per Antoci dietro le fiamme c’è “una volontà precisa, un piano ben disegnato”. Chi ha appiccato i fuochi, insomma, “sapeva quali erano le condizioni, sapeva che il vento di scirocco avrebbe impedito ai canadair di alzarsi e ne ha approfittato per raggiungere il suo obiettivo”.