A Trapani, nel carcere Pietro Cerulli, venti detenuti sono usciti dalle celle e, asserragliando i cancelli con brande di ferro, hanno occupato un intero piano per otto ore, cospargendo i pavimenti di olio e minacciando l’utilizzo di bombolette di gas contro la polizia. Presente anche il direttore Fabio Prestipino, il quale ha condotto alcune attività di mediazione per contenere la rivolta.
“Quanto accaduto è la conferma che il sistema carcerario è in mano ai detenuti, e i provvedimenti dal Governo sono dei pannicelli caldi rispetto la recrudescenza della delinquenza nelle prigioni italiane sapendo che la Polizia Penitenziaria ha le mani legate. Gli stessi rivoltosi ieri sera prendevano il giro il personale che cercava di intervenire – ha dichiarato Gioacchino Veneziano Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria Sicilia con rammarico, continua poi – abbiamo scritto più di una volta che per i detenuti recidivi facinorosi che si macchiano continuamente di azioni violente contro la Polizia Penitenziaria devono essere trasferiti in reparti speciali perché spostarli in altre carceri significa trasportare il problema e non risolverlo, anche perché la spada di Damocle dell’incriminazione a torturatore è presente ovunque”.
I detenuti che hanno preso parte alla rivolta appartengono alla sezione “detenuti per ordine e sicurezza“ e provengono da altri istituti carcerari, nei quali situazioni simili si sono già verificate, “quindi – ha poi concluso Gioacchino Veneziano – probabilmente mettere insieme questi soggetti dentro una stessa sezione non è una decisione accorta, in questo modo hanno creato delle vere e proprie bombe ad orologeria“.