Disordini e proteste presso un centro vaccinale siciliano: carabinieri e avvocati "no-vax" hanno fatto irruzione, causando rallentamenti.
La Sicilia, di pari passo a tutta l’Italia, si trova ad affrontare una nuova ondata di Covid: mentre numerosi provvedimenti vengono presi per attenuare quanto più possibile l’aumento sempre più esponenziale dei nuovi contagi giornalieri, i centri vaccinali aumentano la propria mole di lavoro, accelerando sulla somministrazione delle dosi anti-Covid.
Tra di questi, vi è il centro vaccinale “La Torre”, situato a Palermo, che lavora in modalità “Open Day” per garantire una maggiore copertura vaccinale senza alcun bisogno di prenotazione: l’hub e i suoi dipendenti, tuttavia, sono stati i protagonisti di una vera e propria irruzione da parte di attivisti “no-vax”, con il conseguente rallentamento del lavoro e delle somministrazioni.
Tre uomini e una donna, poi identificati come carabinieri e avvocati, si sono recati presso il centro vaccinale facendo finta di rispettare la fila, in attesa della visita preliminare alla somministrazione del siero anti-Covid. Una volta giunti al banchetto del medico, hanno svelato la propria identità, mettendo in dubbio l’efficacia dei vaccini: la protesta si è trasformata, in poco, in una vera e propria polemica, con urla, grida e litigi.
L’irruzione da parte dei “no-vax” al centro vaccinale La Torre è stata fermata dalla polizia e dalla vigilanza, chiamata dal responsabile dell’hub. Il gesto è stato condannato dall’Asp di Palermo, che in una nota spiega come si oppongano a “qualsiasi forma di protesta o di provocazione che venga inscenata in un luogo deputato a prestazioni sanitarie di grandissima importanza in un momento in cui contagi stanno aumentando quotidianamente”.
Mentre l’Asp esprime “massima solidarietà al responsabile ed agli operatori dell’Hub vaccinale del centro commerciale La Torre, ostacolati nel loro lavoro dallo scompiglio generato da quattro no-vax”, l’Asp di Palermo ha voluto ricordare come “solo la vaccinazione può liberarci da una pandemia che da due anni condiziona le nostre vite“, e che “non saranno, comunque, proteste o provocazioni a farci abbassare la guardia o modificare il nostro impegno”.
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