Giornata all’insegna dei dubbi e della confusione quella vissuta ieri da presidi, docenti, alunni e genitori. Di fatto, nel corso del primo pomeriggio, è stato annunciato che in tutta la Sicilia le scuole avrebbero riaperto oggi, giovedì 13 gennaio. Una decisione, questa, presa al termine della riunione della task-force regionale.
A quel punto anche i sindaci dell’Isola, preoccupati per l’alto numero di contagi da Coronavirus, hanno deciso di riunirsi, giungendo ad una soluzione ben diversa: ciascun primo cittadino avrebbe deciso in autonomia.
L’assemblea dei sindaci ha, in particolare, espresso l’orientamento di “ricorrere ai poteri di ordinanza, avendo riguardo alle specifiche condizioni dei singoli Comuni, attesa l’esistenza di pericolo a causa della mancanza dei necessari dati e dell’inadeguatezza degli strumenti necessari”.
Poco dopo, numerosi primi cittadini hanno emanato apposite ordinanze di chiusure degli istituti. Le scuole dovrebbero riaccogliere gli studenti lunedì 17 gennaio.
Questo improvviso cambio di rotta ha creato non pochi disagi alle famiglie siciliane, oltre che alle stesse scuole che hanno dovuto rapidamente predisporre le modalità per la Didattica a Distanza.
Bisogna di fatto sottolineare che alcune ordinanze, come quella del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, sono arrivate in tarda serata.
Genitori in rivolta: la nota
A Palermo un gruppo di genitori, composto da professionisti, avvocati, magistrati, ha scritto una nota in cui si esplicita la volontà di ricorrere contro i provvedimenti che impediscono il ritorno tra i banchi.
“Dopo avere finalmente accolto poche ore fa con soddisfazione, la notizia per la quale in Sicilia dal 13 gennaio 2022, finalmente gli studenti sarebbero tornati a scuola ‘in presenza’, in ossequio alle perentorie e chiare indicazioni del Governo ‘Draghi’ ed a seguito della riunione della task force regionale – si legge – , apprendiamo con sgomento e nuovo stupore dalla stampa, che l’Assemblea dell’Anci ha stabilito che i Sindaci dell’Isola adottino singole ordinanze per ‘pericolo’ con le quali si stabilisce che le scuole rimangano ancora chiuse”.
Questi genitori siciliani, dunque, non ci stanno e annunciano azioni.
“Non possiamo ancora subire le irragionevoli decisioni adottate a livello prima regionale ed ora anche da parte dei Sindaci di Palermo e Agrigento – prosegue la nota -, provvedimenti che appaiono, inoltre, palesemente contrari alle legge, alle decisioni della Corte Costituzionale che ha già chiarito che le misure di contenimento dei contagi dovuti a Covid 19 rientrino nella materia della profilassi internazionale e pertanto alla competenza esclusiva dello Stato, e che deroghe alla ‘scuola in presenza’ siano ammesse solo nel caso in cui si tratti di ‘zona rossa’, e sulla base di presupposti che non appaiono ricorrere nel caso in esame, sia in fatto che in diritto.
Per queste ragioni siamo decisi da genitori e da cittadini, magistrati, professionisti, dipendenti pubblici e privati, ad impugnare i provvedimenti emessi in violazione di legge, e dell’interpretazione resa dalla giurisprudenza costituzionale e di legittimità a tutela del diritto allo studio garantito dalla Costituzione, messo fortemente ed irragionevolmente alla prova e sacrificato, da ordinanze non sorrette da alcun supporto normativo”.