Un team di esperti dell’UniPa ha coordinato un gruppo di neuroendocrinologi italiani per stilare un documento sulla gestione in ambito clinico della patologia surrenalica da iperproduzione di cortisolo durante l’infezione da Covid-19.
Nel documento la prof.ssa Carla Giordano del Dipartimento Promozione della Salute, Materno-Infantile, di Medicina Interna e Specialistica di Eccellenza “G. D’Alessandro” di UniPa e la dott.ssa Valentina Guarnotta, con la collaborazione dei principali esperti italiani, forniscono raccomandazioni e informazioni utili al medico di medicina generale e agli specialisti sull’approccio clinico dei pazienti “fragili” affetti dalla sindrome, ad alto rischio di contagio e di complicanze acute, e il cui quadro clinico non è facilmente riconoscibile.
“La patologia è rara – spiegano gli esperti dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Endocrine – in quanto la sua incidenza è uguale 0,7-2,4 casi per milione di abitanti per anno, quindi circa 120 casi nuovi annui in ambito nazionale. A questo numero si devono aggiungere i casi di pazienti con malattia ‘iatrogena’, ovvero trattati con cortisonici per la gestione di altre patologie croniche, quali quelle reumatologiche, cutanee, respiratorie. Oggi è noto – continuano – che la pandemia della malattia da coronavirus Covid-19 sta causando elevata mortalità. La risposta del sistema immunitario gioca un ruolo cruciale nel controllo e nella risoluzione dell’infezione virale. Pertanto, i pazienti con eccesso cronico di glucocorticoidi esogeni o endogeni possono essere ad alto rischio di sviluppare un’infezione da Covid-19 con un decorso clinico severo. La cura e il controllo di tutte le comorbidità, quali diabete, ipertensione, obesità disturbi coagulativi, – concludono – dovrebbero essere uno degli obiettivi primari nei pazienti con ipercortisolismo che richiedono un trattamento immediato e incisivo”.