Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino ucciso dalla mafia nel brutale attentato di via d’Amelio del 19 luglio 1992, ha avviato una petizione per sgombrare dal traffico la via in cui suo fratello e numerosi agenti della scorta hanno perso la vita per farla diventare un Giardino della memoria per ricordare le vittime e le barbarie di Cosa nostra. La petizione su change.org ha già raggiunto oltre 50000 firme e adesso mira a superare le 75000: per accedervi basterà cliccare qui.
“Via D’Amelio – dichiare Salvatore Borsellino – oggi come allora, è una strada chiusa, delimitata da quello che una volta era un giardino di limoni e oggi è soprattutto un posteggio e dietro il muro di quel giardino si nascose la mano azionò quel telecomando che fece scendere l’inferno in terra, non ci vorrebbe tanto a farlo tornare quello che è e che deve essere, un luogo sacro che ricordi il sacrificio di quelli che oggi chiamano eroi, che chiedono soltanto un po’ di pace”
Era noto che Paolo Borsellino andasse spesso a trovare la madre in via d’Amelio, un vicolo cieco particolarmente rischioso durante il periodo delle stragi. Per evitare di affollare il vicolo con del traffico, che rendeva più semplice alla mafia il posizionamento di esplosivi e di ordigni, era stato richiesto il divieto di sosta da applicare a quella strada: con il divieto, gli unici veicoli autorizzati al parcheggio nella via sarebbero stati controllati dalle forze dell’ordine riducendo il rischio di attentati. La richiesta fu ignorata quindi Cosa nostra piazzò facilmente la Fiat 126 imbottita d’esplosivo all’ingresso della casa della madre del giudice.
Senza il traffico, inoltre, l’ulivo della memoria, voluto e piantato dalla madre del giudice, potrebbe essere accompagnato da tanti nuovi ulivi in ricordo di tutte le vittime della mafia:“Quell’ulivo -continua il fratello del giudice- oggi è meta del pellegrinaggio delle tante persone che da ogni parte d’Italia e del mondo si recano in quel luogo e si raccolgono in meditazione, ma oggi come allora, la strada è sempre ingombra di macchine che lo circondano e lo soffocano, nonostante il divieto di sosta che allora non c’era e che oggi è come se non ci fosse perché continua a non essere rispettato”.
“È soltanto un sogno adesso – ha poi concluso – ma se saremo in tanti a sognarlo insieme, se davvero in tanti firmeremo questa petizione sarà più difficile per chi pensa soltanto ad intitolare aeroporti a chi non merita neanche di avere intitolato un vicolo ignorare la nostra richiesta e il nostro sogno potrà diventare realtà”: chiaro riferimento va alla proposta di intitolare l’aeroporto Linate di Milano a Silvio Berlusconi.