Nelle scorse ore, il tribunale di Trapani ha emesso, nei confronti di un imprenditore trapanese, Nicolò Clemente, un provvedimento di confisca beni per un valore che si attesterebbe a circa 6 milioni di euro, una misura che è stata eseguita dalle forze della Direzione Investigativa Antimafia.
Nel 2018, Clemente era stato sottoposto ad un’ordinanza di custodia cautelare, all’epoca emessa dal gip del tribunale di Palermo, ed era stato condannato in via definitiva con una pena detentiva di 15 anni per associazione di stampo mafioso.
Le indagini, affiancate da diverse importanti dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno evidenziato come l’imprenditore edile fosse riuscito a “farsi un nome”, imponendosi nel tessuto economico locale sfruttando il sodalizio con il clan mafioso di Castelvetrano, guidato dal boss Matteo Messina Denaro. La DIA ha dunque imposto a Clemente la sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, oltre alla confisca dell’intero capitale sociale, di 2 imprese attive nel mercato dei lavori edili, di 32 beni mobili e 35 beni immobili.