Droga e cellulari giravano liberamente in un carcere siciliano: la scoperta ha portato alla disposizione di 24 misure cautelari.
Droga e cellulari circolavano liberamente in un carcere siciliano: gli eventi, svoltisi a Trapani tra il 2018 e il 2022, hanno portato alla disposizione di 24 misure cautelari da parte del gip. Infatti, il carcere di “Pietro Cerulli” di Trapani era definito come un luogo “benedetto” dai detenuti che lo hanno indicato come la casa circondariale prevedesse atteggiamenti tolleranti da parte di alcuni agenti della Polizia Penitenziaria. Questo quanto è emerso dalle indagini condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani e il personale del Nucleo Investigativo Regionale della Polizia Penitenziaria e riportato dal procuratore capo di Trapani Gabriele Paci nel corso della conferenza stampa riguardo l’operazione rinominata “Alcatraz”.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Trapani, ha accertato che nel carcere della città entravano droga e telefoni cellulari. In particolare, è risultato che alcune zone del muro di cinta della casa circondariale non erano videosorvegliati e ciò permetta l’introduzione di palloni con microtelefoni e droga al suo interno.
Come anticipato, in seguito alle indagini sono stati disposte 24 misure cautelari a Trapani, Palermo, Benevento, Bari, Porto Empedocle (Ag), Mazara del Vallo (Tp) e Avola (Sr): nello specifico, 17 indagati sono stati condotti in carcere mentre per altri 5 sono stati disposti gli arresti domiciliari e per i restanti 2 è stato fissato l’obbligo di dimora. Tra le accuse, gli indagati dovranno rispondere di corruzione, spaccio di droga, abuso d’ufficio, truffa aggravata, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica, evasione e accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.
Tra i soggetti indagati erano presenti anche due detenuti condannati con sentenza definitiva per omicidio, uno appartenente alla Sacra Corona unita e uno alla camorra. I due, in particolare, erano in contatto con un agente penitenziario oggi detenuto e reggevano il “traffico” di droga e telefonini con il carcere. Inoltre, sono state riscontrate delle intercettazioni in cui alcuni detenuti hanno indicato come fosse semplice introdurre droga e cellulari al carcere trapanese.
“Un’indagine molto complessa, approfondita di una situazione grave e di un malcostume diffuso e conosciuto” ha dichiarato in merito alla questione il procuratore Paci.
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