Quando aveva 97 anni il New Tork Times gli dedicò una pagina intera per aver ottenuto la laurea in Storia e Filosofia con una media di 29,80. Adesso, per Giuseppe Paternò, classe 1923, è il momento della laurea magistrale con una tesi su “Locke, Kierkegaard, Heidegger e le loro visioni sul cristianesimo”: a quasi 99 anni si laurea con 110 e lode.
“Siamo di fronte a un caso– afferma Massimo Midiri, il Rettore dell’Università degli studi di Palermo, in un’intervista con Giornale Di Sicilia- che speriamo non diventi così raro. Oggi la vita sta aumentando grazie all’uso che si fa del cervello. Abbiamo di fronte un’esemplificazione chiara di come mantenere uno stato intellettivo elevato permetta di controllare anche lo stato di salute”.
Il segreto del neolaureato? Bere latte e studiare non meno di dieci ore al giorno, come afferma lui stesso. “Mi chiedono ‘ma chi te lo fa fare? Devi fare qualche esame?’ No, ma l’abitudine ormai è quella– afferma-. Rileggo libri che ho già letto, scrivo, certo continuare a seguire corsi ormai non mi sembra il caso, a settembre farò 99 anni”. Giuseppe Paternò diventa in questo modo il laureato più anziano d’Italia.
“Oggi il nostro ‘giovane di mente’ ha detto una cosa fondamentale– continua il rettore Midiri- ‘La cultura non ha tempo, è uno strumento per restare in vita: i nostri ragazzi devono comprendere che non c’è fretta’. Non si deve per forza fare tutto in un’età compresa tra i 18 e i 24 anni”. Messaggio fondamentale oggi, in una società dove tutto sembra una competizione.