Alla cerimonia, cui ha partecipato in video collegamento il ministro alla Cultura, Dario Franceschini, hanno preso parte anche l’assessore alle CulturE, Mario Zito, il sovrintendente e il direttore del Teatro Massimo, Francesco Giambrone e Marco Betta, e il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani.
La cittadinanza è un riconoscimento “per la passione civile di artista – si legge nella nota ufficiale – testimoniata dagli innumerevoli concerti proposti nell’ambito del progetto Le vie dell’amicizia, svoltisi in luoghi simbolo della storia, regioni talvolta intrise di dolore, conflitti e ostilità, donando bellezza, valori etici ed estetici, luce e speranza, attraverso l’arte dei suoni”.
E ancora, “per racchiudere nella sua opera la visione di una storia fatta di incontri tra culture, letterature, musiche e poesie che si fondono, si contaminano, si arricchiscono, come gli elementi di un’orchestra che suonando insieme danno vita a splendide sinfonie, mosaico umano nel quale ogni tessera diviene elemento essenziale, condividendo con l’intera Città la memoria di Federico II”.
“Palermo – ha aggiunto Orlando – riceve dall’attenzione e dalla condivisione di valori da parte del maestro conferma e incoraggiamento per un cammino di promozione attraverso la cultura e l’arte di un ‘nuovo umanesimo’. La Carta di Palermo donata al maestro e la medaglia ufficiale della Città sono un forte impegno a collegare il miglior passato ad un futuro per le giovani generazioni. La costante attenzione ai giovani e a Palermo da parte del maestro Riccardo Muti – ha continuato il sindaco Orlando nel corso della cerimonia – è motivo di orgoglio e vanto per la nostra Città. In un momento complesso per il nostro paese, Muti è simbolo di rinascita culturale e conferma di una visione di futuro fortemente legata al miglior passato musicale italiano”.
“Ricevere la cittadinanza della città di Palermo – ha dichiarato il maestro Muti, ringraziando il sindaco per il riconoscimento – è una forma di orgoglio per me che sono uomo del Sud, ma è anche mettere una pietra miliare su quella che è stata la mia lunga attività artistica nel mondo. Ed è anche un modo per parlare dei problemi gravi della musica nel nostro paese. Se uno studia in un conservatorio di una regione dove non ci sono orchestre o teatri – ha aggiunto Muti – è come se facesse un corso di medicina senza aver visto un corpo umano o una lezione di anatomia. Facciamo in modo che i conservatori non siano fabbriche di illusi e disoccupati – ha concluso – rimanere delusi da un’arte in cui si è creduto è molto peggio che rimanere delusi da un’attività professionale”.
“Un grande testimone di valori e un paladino in questa terra siciliana – lo ha definito l’assessore Zito – che porta avanti la voce di tutti coloro che non possono parlare e che, invece, vorrebbero gridare che la cultura e la musica sono importanti ed è da queste che bisogna ripartire in un momento così delicato”.
“I giorni che ha trascorso con noi al Teatro Massimo – ha dichiarato il sovrintendente Giambrone con riferimento alle iniziative di questi ultimi giorni – sono stati di grande gioia e di grande crescita per tutti, coronati questa mattina con l’incontro con i nostri bambini ai quali ha dedicato uno spazio di speranza e di luce per il futuro. Lo aspettiamo al più presto per un’opera, che è il modo migliore perché un teatro chiuso possa dimostrarsi vivo, attivo e presente”.