“Nel periodo del completo lockdown – ha dichiarato – abbiamo avuto un numero di laureati e un numero di esami sostenuti praticamente uguale a quello degli anni precedenti e durante questo periodo, in cui abbiamo adottato invece un modello misto di didattica in presenza e a distanza contemporaneamente per la maggior parte degli insegnamenti, proprio perché ci eravamo già preparati ad un sistema flessibile, non abbiamo avuto nessun calo sui risultati dal punto di vista di esami e lauree“.
Inoltre, il Ministro si mostra positivo anche sul futuro dell’Università italiana, ritenendo che il sistema accademico italiano possa guardare a questa crisi come ad un’opportunità. Il Ministro ha, infatti, sottolineato che “oltre che parlare di emergenza e di presente dobbiamo anche parlare di futuro, perché ogni crisi è anche un’opportunità. Questa grande accelerazione sulla digitalizzazione e sull’uso delle tecnologie digitali, in un Paese che da questo punto di vista è arretrato, rispetto sia alle competenze che alle infrastrutture, può rappresentare per l’Italia una grande opportunità”.
Poi, il Ministro ha ricordato come si svolgeranno le attività accademiche a seguito del DPCM del 3 novembre. In particolare, nelle zone rosse tutte le attività didattiche si svolgeranno a distanza ad eccezione di alcune attività obbligatorie, come “la didattica nelle aree sanitarie e anche i laboratori obbligatori”. Nelle regioni gialle ed arancioni, invece, tutte le attività si svolgeranno a distanza tranne per le matricole, per le quali le lezioni saranno in presenza o verrà utilizzata la modalità “mista”. “Abbiamo deciso insieme al Governo di privilegiare i ragazzi che sono al primo anno e quindi hanno maggior bisogno della didattica in presenza”, ha sottolineato il ministro Manfredi.