L'università di Palermo registra un buon indice di gradimento da parte dei propri laureati. È quanto emerge dal report Almalaurea 2020 sull'ateneo palermitano.
Il Rapporto di Almalaurea 2020 dipinge un quadro positivo per l’Università di Palermo, specialmente per quanto riguarda la soddisfazione degli studenti. Ogni anno Almalaurea prende in esame gli atenei italiani, scandagliando attentamente la situazione occupazionale, la didattica e il grado di soddisfazione degli iscritti. Come emerge dai dati, quindi, si può notare come l’opinione degli studenti su Unipa sia più che buona, sebbene l’ateneo palermitano resti indietro rispetto ai concorrenti del Nord sul fronte professionale.
I dati dimostrano come l’89,2% dei laureati presso l’ateneo palermitano si ritenga nel complesso piuttosto soddisfatto, sia dal punto di vista degli insegnamenti erogati che dei servizi offerti. Si tratta di una percentuale nettamente in crescita rispetto a quella dell’anno precedente, quando l’indice di soddisfazione degli studenti si attestava intorno all’87,4%. Stando alle statistiche, inoltre, il 69% si iscriverebbe ancora a un corso di studio presso Unipa, in aumento rispetto al 66% del 2019.
“Anche quest’anno– ha commentato il Rettore Fabrizio Micari– il rapporto fornisce molteplici elementi di conferma delle strategie attuate dal nostro ateneo negli ultimi anni. Ben l’89,2% dei laureati si dichiara complessivamente soddisfatto della propria esperienza universitaria, dato in crescita rispetto all’87,4% lo scorso anno. Il 69% si iscriverebbe di nuovo a UniPa, confermando anche il corso di studi intrapreso (66% nel 2019). Di grande rilevanza è livello di soddisfazione del rapporto con i docenti (86,4% – nel 2019 era l’85%) la percentuale di laureati che ritengono adeguato il carico di studio (83,1% – nel 2019 era quasi l’81%)”.
Il Rapporto Almalaurea 2020 ha fatto emergere come anche le condizioni occupazionali dei neolaureati all’Università di Palermo siano in miglioramento. Si tratta, tuttavia, di traguardi ben distanti ancora rispetto a quelli degli atenei del Nord Italia.
A cinque anni dal conseguimento del titolo, infatti, l’81% avrebbe già un lavoro. Questo rappresenta, senz’altro, un dato incoraggiante, specialmente in rapporto con il 78% del 2019. Serve, però, continuare a lavorare, perché i giovani laureati possano trovare impieghi soddisfacenti e in linea con il proprio profilo di studi.
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