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Cinema a Palermo, i gestori: “Così non riapriremo”

I cinema a Palermo rischiano di non riaprire. Nonostante l'ok al riavvio delle attività cinematografiche, infatti, molte sale potrebbero restare chiuse.

Alcuni cinema a Palermo potrebbero decidere di rimanere chiusi nei prossimi mesi. Nonostante sia arrivato l’ok per la riapertura delle sale, infatti, parecchi gestori palermitani minacciano di non far ripartire le attività. Il 15 giugno, data ufficiale per la riapertura, molte saracinesche potrebbero rimanere abbassate.

Le norme di sicurezza anti-covid, infatti, non permetterebbero una regolare ripresa dell’attività cinematografica, penalizzata anche dall’assenza di titoli nuovi nelle sale. Alcuni gestori di cinema quindi, potrebbero decidere di rinviare la riapertura a tempi migliori.

L’opinione dell’associazione di categoria

I gestori delle sale palermitane e l’Anec, associazione di categoria, hanno fissato una riunione per il prossimo lunedì per decidere sul da farsi.

Gli esercenti cinematografici di Palermo e provincia nutrono alcune perplessità sulle misure contenute nell’ordinanza regionale di Musumeci– ha sostenuto il presidente di Anec Palermo Andrea Peria, che gestisce Ariston e Arlecchino- usare la mascherina per tutta la durata del film, anche per le arene e con una temperatura media esterna di 27-30 gradi è eccessivo e il ridimensionamento dei posti disponibili per le sale al chiuso, cioè un massimo di 200 posti, non consente la redditività necessaria per coprire tutti i costi, per cui preferiamo e riteniamo economicamente più conveniente stare chiusi e attendere l’affievolirsi delle prescrizioni, visti i dati epidemiologici”.

Problemi di programmazione

Al problema inerente le distanze di sicurezza, comunque, si somma anche quello relativo all’assenza di programmazione. Gli ultimi mesi, infatti, hanno visto lo stop di tutte le riprese, causando la mancanza di nuovi film da proiettare nelle sale. I gestori sarebbero così costretti a riprodurre pellicole vecchie e già disponibili sui supporti digitali.

Non ci sono titoli nuovi e con le restrizioni che riducono a un terzo la nostra capienza in un periodo in cui copriamo il 10 per cento del fatturato ha poco senso riaprire per pochi spettatori con film vecchi o già visti nelle piattaforme digitali– sono queste le dichiarazioni di Saverio Di Patti, gestore del Metropolitan e del Tiffany, riportate su “Repubblica”- noi per l’80 per cento seguiamo il mercato americano che è ancora fermo, per cui ha più senso riaprire nella seconda metà di agosto”.

Redazione

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