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Palermo, grazie all’Università vedrete Ballarò come non l’avete mai visto

È partito il progetto per la riqualificazione del quartiere palermitano. Il dipartimento di Giurisprudenza di Palermo vuole trasformare Ballarò, meno luoghi abbandonati e più luoghi dedicati alla cultura.

Il 2018 è un anno molto importante per Palermo, l’anno in cui la città è Capitale della Cultura. Per ciò, tra le altre iniziative, è stato redatto un programma di integrazione e di iniziative culturali nel mercato storico di Palermo: Ballarò.

Scendono in campo docenti e studenti, in collaborazione con “Officina Ballarò, per la rivitalizzazione e il ripristino del tessuto sociale di un quartiere millenario come Ballarò”. Il progetto, fortemente voluto dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Palermo, ha come obiettivo il recupero della cultura e del senso civico nel quartiere palermitano dove vige uno stato d’abbandono, di illegalità e microcriminalità. Da qui la necessità di fare qualcosa per uno dei luoghi più antichi ma allo stesso tempo più degradati e abbandonati della città di Palermo.

Molte le iniziativa che si vogliono portare avanti, ad esempio il recupero dell’edicola votiva “Madonna con Bambino e Santi”. Il Dipartimento di Giurisprudenza sarà a disposizione dando un contributo volontario per rivalorizzare il patrimonio storico e artistico di Ballarò. Ma è necessario coinvolgere all’interno del progetto anche i lavoratori e i mercanti della zona con regole fatte su misura per riabilitare dal punto di vista culturale il quartiere di Ballarò. Si vuole trasformare ciò che non va in situazioni di aggregazione e condivisione all’interno della comunità.

Per ciò varie strutture, prima fra tutte la struttura Albanese (ex cinema Edison) verrà adibita a lezioni universitarie, esami, seminari. Utilizzata anche come Centro Culturale dove svolgere convegni, spettacoli teatrali, cineforum e, in futuro, si darà il via anche ad attività per il sostegno degli immigrati. Riportare in auge questa realtà del capoluogo siciliano significa amare la propria città e non solo, grazie a ciò le generazioni future verranno spronate ad amare e prendersi cura della propria di città ed a valorizzarne il patrimonio culturale.

Redazione

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