PALERMO – Aula Bunker per la prima volta galleria d’arte d’eccezione

Per la prima volta l’Aula Bunker si trasformerà, il prossimo 23 maggio, anche in una galleria d’arte. Eccezionalmente, per il 25mo delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, ospiterà l’inaugurazione della mostra “Fidelis” con alcune delle opere d’arte ritrovate dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.  La mostra, il giorno dopo, sarà spostata presso la Caserma “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di Palermo dove potrà essere visitata fino al 10 settembre 2017.

L’allestimento è curato dall’Arma dei Carabinieri, con la collaborazione del Mibact Direzione Generale Musei -, la Regione Sicilia, la Fondazione Falcone, le associazioni partner dell’iniziativa, First Social Life e Open Group. A collegare le opere in esposizione è il “filo rosso della memoria”, un percorso che si dipana dal VI secolo a.C. sino al XIX secolo. Un impianto narrativo che aiuta a riflettere sulle vicende della straordinaria e complessa storia culturale italiana; questo grazie al racconto dei recuperi compiuti nell’arco di mezzo secolo di attività del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Dalle azioni di contrasto alle ricerche archeologiche clandestine; dalla complessa attività investigativa per il recupero di opere d’arte, oggetto di furti a chiese o addirittura di rapine in alcuni musei; fino agli interventi, anche molto recenti, nelle aree terremotate, come in zone di guerra, per la messa in sicurezza e la protezione di opere d’arte: è lo straordinario impegno dei Carabinieri specializzati.

LE OPERE

Arte della Magna Grecia 

Testa di Ade (IV-III secolo a.C.)

Terracotta policroma Aidone (Enna), Museo Archeologico 

Un’operazione internazionale di “diplomazia culturale”. Un esempio di efficienza e lavoro congiunto tra l’Arma dei Carabinieri e la magistratura. La Testa di Ade testimonia simbolicamente l’impegno del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri della Sicilia e la Procura di Enna, che ne ha la competenza territoriale. Il Sostituto Procuratore di Enna, Francesco Rio, titolare delle indagini, è l’autore della rogatoria internazionale che, nel 2014, ha dato avvio alla restituzione della Testa di Ade dagli Stati Uniti. Grazie al lavoro dei “Carabinieri dell’arte”, che hanno operato insieme al Dipartimento dei Beni Culturali e all’Identità Siciliana della Regione Sicilia, il 29 gennaio 2016 si è concluso il lungo viaggio di questo capolavoro inestimabile, d’epoca ellenistica, che è stato riportato finalmente in Sicilia. La scultura in terracotta fu trafugata dall’area del Santuario extraurbano di San Francesco Bisconti a Morgantina, in provincia di Enna, alla fine degli anni Settanta, e venduta nel 1985 al Jean Paul Getty Museum di Malibu (Usa) per cinquecentomila dollari. L’opera rappresenta probabilmente il dio Ade, legato al culto di Demetra e Kore, ed è soprannominata Barbablù per il colore della barba. Ora è custodita nel Museo Archeologico di Aidone (Enna), che ospita diversi pregevoli recuperi del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri.​

Concerto 1617-1618

Bartolomeo Manfredi (Ostiano 1582 – Roma 1622)

Olio su tela. Firenze, Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture

Il 27 maggio del 1993 l’attentato mafioso in via dei Georgofili provocò la lacerazione della tela “Concerto” e la completa distruzione del dipinto “Giocatori di carte”, entrambe opere dell’artista Bartolomeo Manfredi, raffiguranti scene tipiche di genere caravaggesco. La tela in mostra, sebbene straziata, è stata a suo tempo sottoposta ad un meticoloso restauro utile almeno a conservarne la memoria.

Rilievo funerario palmireno

Busto di uomo con due bambini (I-II secolo d.C.)

Pietra calcarea. Siria, Palmira

Indagini iniziate nel 2008 hanno permesso ai Carabinieri di individuare alcuni cittadini italiani coinvolti nel riciclaggio di denaro verso i Paesi del Medio Oriente. Durante quest’inchiesta sono stati ritrovati nell’abitazione di uno degli indagati beni archeologici e storico-artistici di varia provenienza. Tra questi beni l’opera esposta: era priva dei documenti di proprietà e per questo i Carabinieri l’hanno sequestrata. Il rilievo funerario sarà restituito alla Siria quando la guerra civile sarà conclusa.

Redazione

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