Rivoluzione nella gestione delle tasse all’Università di Palermo. Il consiglio d’amministrazione dell’Ateneo siciliano, insediatosi a novembre 2015 e presieduto dal neo rettore Micari, ha messo al centro del programma, l’annosa questione tasse, incentrando le attività su una nuova distribuzione della tassazione relativamente al reddito e al merito degli studenti.
Più tasse ai ricchi, meno ai poveri, stangate per i redditi ISEE più forti, chi guadagna più di 100 mila euro, pagherà 500 euro in più rispetto ai contributi richiesti. LA buona notizia arriva sopratutto per tutti coloro con un reddito familiare inferiore a 19 mila euro ai quali finora veniva invece chiesto di pagare il contributo di ateneo di 201 euro.
In generale, le tasse aumentano per tutte le fasce di reddito superiori a 55 mila euro restando comunque tra le più basse di Italia a fronte di servizi che vanno migliorati. Ed è anche per garantire più spazi agli studenti che il rettore vuole utilizzare i circa 38,5 milioni che conta di incassare dalle iscrizioni: più o meno 2,5 milioni in più del 2015 quando a iscriversi furono in 42 mila 429.
“Circa 1,7 milioni verranno reinvestiti per garantire il diritto alla studio agli iscritti a basso reddito, mentre il resto verrà destinato a servizi agli studenti: spazi ma anche attività di tutoraggio per aiutare chi è indietro”, dice il rettore.