È successo a Palermo, dove una email non letta costerà al Comune ben 75 mila euro. La vicenda che ha coinvolto il Comune di Palermo ha avuto inizio dal Comune della città di Torino, il quale aveva ottenuto un decreto ingiuntivo per le spese risalenti al 2016, effettuate per il ricovero di una famiglia presso un centro di accoglienza. Come da procedura, dopo la notifica dell’atto al Comune di Palermo, avvenuta lo scorso 15 novembre, l’ufficio competente ha fornito il 30 novembre via posta elettronica le proprie deduzioni all’avvocatura che avrebbe dovuto trasferirle in un atto di opposizione entro il termine di 40 giorni.
Tuttavia, l’email non è stata aperta e il decreto è passato dall’essere ingiuntivo ad esecutivo. In questo modo ha avuto origine un debito fuori bilancio, il quale è finito sui banchi del Consiglio chiamato a votare. A chiedere spiegazioni all’avvocatura sulla vicenda è stato Ugo Forello, esponente di Oso e componente della commissione Bilancio.
Tuttavia, il motivo per non aver neanche aperto l’email è molto semplice: l’avvocatura dell’amministrazione è carente di personale e non riesce a star dietro alle incombenze dell’ufficio, lasciando persino scadere i termini per presentare opposizione ad un decreto ingiuntivo. “Evidenzio che né il ragioniere generale, né il collegio dei revisori, abituati a fare copia e incolla dei pareri a causa delle centinaia di debiti – ha dichiarato in proposito Forello – hanno rilevato una responsabilità patrimoniale dell’avvocatura comunale”.